E’ l’ora della filosofia. Come ripensare oggi il progetto dell’umanità: Luciano Floridi al Teatro Parenti.
E’ un grande. Non solo perché è un visionario, ma soprattutto perché, come tutti i grandi, riesce a rendere semplici le cose difficili. Dopo la sua prima lezione al Teatro Parenti – la filosofia come design concettuale – sono uscita con tre nuove consapevolezze:
- le categorie concettuali nelle quali siamo vissuti fino a oggi sono insufficienti;
- abbiamo bisogno di una nuova semantica per descrivere il mondo;
- la buona filosofia è quella che ci dà una mano per la vita di tutti i giorni.
Luciano Floridi al Teatro Parenti ha dato risposte concrete alle domande che più o meno consapevolmente ci stiamo facendo. Domande che sono sottotraccia e che lui in un’ora di incontro ha portato in superficie.
Come facciamo a stare bene nel mondo di oggi? La tecnologia ha cambiato l’approccio verso noi stessi e verso gli altri. E il disagio profondo che proviamo si spiega con il fatto che non abbiamo più le parole e le categorie concettuali per descrivere la nuova realtà. E’ l’ora della buona filosofia per dare le risposte che aiutano a vivere bene il presente e il futuro.
Ma partiamo dall’inizio.
Per rendere la filosofia digeribile alle 500 persone presenti in sala, Luciano Floridi ha paragonato la disciplina che insegna a Oxford al sale grosso da cucina che aggiunto all’acqua della pasta fa la differenza, oppure al vino rosso che può non essere buono, ma che quando lo è, procura un piacere straordinario, oppure alle radici dell’albero, che anche se non si vedono sono fondamentali. La filosofia, ha concluso, ti dà la rincorsa…
Floridi sa farsi seguire anche dai più giovani: ha definito Atene, incubatore e Platone e Aristotele influencer. Dopo le premesse è arrivato al punto: quali sono le domande filosofiche? Ovvero le domande che dobbiamo farci? Perché è nel fare le domande giuste che abbiamo le risposte utili.
Floridi ha classificato le domande in tre categorie.
Ci sono le domande empiriche “quante persone vengono alla festa?” Le domande numeriche e di formule “Sono venute alla festa cinque persone accompagnate da una persona ciascuna, quante persone ci sono in tutto? E le domande filosofiche. Queste ultime sono quelle aperte al disaccordo. “la facciamo o non la facciamo la festa?”.
Per quanto riguarda le risposte oggi le parole non sono all’altezza. Siamo in deficit concettuale, perché la rivoluzione digitale ha cambiato sia Il nostro modo di stare al mondo che di rapportarci con noi stessi.
E il disorientamento che proviamo si spiega con il fatto che non abbiamo più la direzione perché le categorie concettuali alle quali facevamo riferimento, non sono più attuali, in quanto assolute e lontane dalle persone. Pensiamo all’”Etica”: come sarebbe se fosse “Orientata al paziente”?
La filosofia diventa sempre più necessaria per definire quale è il progetto dell’uomo per il 21° secolo sul quale impegnarsi e di cui essere orgogliosi.
Se volete sapere di più su Luciano Floridi ecco il suo ultimo libro Pensare l’infosfera