In ricordo di Alberto Alesina. Il valore dello sguardo.
Ho conosciuto Alberto Alesina a casa di Nouriel Roubini a Cambridge una domenica a mezzogiorno. Era il 1984 e me lo ricordo come fosse ieri. C’era un sole bellissimo che entrava nella stanza e io avevo una gonna a fiori. I due erano compagni di Ph.D. ad Harvard, inoltre provenivano entrambi dalla Bocconi e si erano laureati con Mario Monti. C’era una grande energia in quei lunch domenicali, che vedeva riuniti ragazze e ragazzi impegnatissimi a studiare per mettere le gambe alla loro voglia di cambiare il mondo.
Quello che mi è rimasto di quel periodo straordinario era lo sguardo dei maschi. Mi consideravano come una di loro, sulla stessa linea di partenza per la vita.
La sensazione era che tutti, maschi e femmine, avevamo le stesse opportunità, si trattava solo di impegnarsi e scegliere la propria strada. Una sensazione potenziante che ha fatto la differenza quando sono tornata in Italia e ho iniziato a lavorare. Non avevo limiti mentali, mi sentivo onnipotente e mi sono messa in gioco. Ma gli sguardi che incontravo sul lavoro li sentivo diversi. Non erano aperti e rispettosi di quello che ero, ma giudicanti rispetto a quello che facevo. Era una strana sensazione che provavo e che solo dopo molti anni sono stata in grado di dare un nome: l’atteggiamento maschilista della società italiana.
Da quella consapevolezza, che mi ha bruciato la pelle, è partita la spinta che mi ha portato a fare quello che faccio: aiutare le donne a prendere coscienza del loro valore.
Alberto negli anni ha dato corpo a quello che c’era dietro a quel sentire che si esprimeva con l’apertura dello sguardo: il suo profondo rispetto per le donne e per il loro valore, che lui reputava strategico per la crescita di una società civile e sostenibile. Fra gli innumerevoli articoli e pubblicazioni, L’Italia fatta in casa scritto a quattro mani con Andrea Ichino è un esempio di sensibilità, immaginazione e concretezza. E la descrizione che viene fatta di una giornata a casa di una famiglia italiana e di una famiglia americana americana mi si è impressa nella mente. Una fotografia dei pensieri e delle vite di noi donne, che va al cuore del problema.
La considerazione che mi viene da fare è che siamo fatti anche della vita degli altri, non solo di noi stessi. Grazie Alberto.
davvero un articolo molto bello.
Luisella cara, siamo fatti della vita degli altri e la loro essenza vive sempre anche dentro di noi.
grazie per averci regalato questa emozione
Cara Rosanna, grazie per le tue belle parole. Teniamoci strette. Un caro abbraccio
Luisa, che bel ricordo! Parole su cui Riflettere. Grazie!
Cara Maria Stella, grazie a te. Alberto è un pilastro della mia vita. Un caro abbraccio e a presto
Cara Luisa,
il ricordo della nostra conversazione su Alberto Alesina e il tuo periodo a Cambridge, formativo per la tua carriera professionale, è ancora vivido .
Ecco perché, leggendo queste righe ho provato la commozione della consapevolezza di aver perso un grande talento umano e professionale.
Ti abbraccio forte
Cristiana