Come non condividere le riflessioni per un nuovo futuro di Alessandro Baricco.
Per ora ho letto le tre pagine su Repubblica di venerdi 11 gennaio. Poi mi riprometto di leggere il suo libro GAME.
Qui di seguito un estratto dell’articolo, per ricordare che si può fare. Ovvero mettersi in gioco per direzionare il nostro futuro e quello dei nostri figli.
“Ogni giorno che passa, diminuiscono le scorte: di forza, di bellezza, di rispetto, di umanità, perfino di umorismo.
Niente che non abbiamo già vissuto in passato: ma noi che non immaginavamo questo, è questo che dobbiamo proprio vivere? C’è qualcosa che possiamo fare, per cambiare l’inerzia di questa disfatta?
Che io sappia, ammettere che la gente ha ragione.
Riprendere contatto con la realtà e accorgersi del casino che abbiamo combinato. Mettersi immdiatamente al lavoro per ridistribuire la ricchezza. Tornare ad occuparci di giustizia sociale. Staccare la spina alle vecchie élites novecentesche e affidarsi alle intelligenze figlie del GAME: farlo con la dovuta eleganza ma con ferocia. Dare un significato nuovo a parole come progresse e sviluppo, quello che hanno è ormai avvelenato. Liberare le intelligenze capaci di portarci fuori dal pensiero unico del There Is No Alternative…
Riacquistare immediatamente fiducia nella cultura, tutti, e investire sull’educazione, sempre.
Non smettere di leggere libri, tutti, fino a quando l’immagine di una nave piena di profughi e senza un porto sarà un’immagine che ci fa vomitare.
Entrare nel Game, senza paura, affinché ogni nostra inclinazione, anche la più personale o fragile, vada a comporre la rotta che sarà del mondo intero….
Ritirare su tutti i muri che abbiamo abbattuto troppo presto; abbatterli di nuovo non appena tutti saranno in grado di vivere senza di loro.
Lasciare che i più veloci vadano avanti, a creare il futuro, riportandoli però tutte le sere a cenare al tavolo dei più lenti, per ricordarsi del presente. Fare la pace con noi stessi, probabilmente, perchè non si può vivere bene nel disprezzo o nel risentimento.
Respirare. Spegnere ogni tanto i nostri device. Camminare. Smetterla di sventolare lo spettro del fascismo.
Pensare in grande. Pensare.
Niente che non si possa fare, in fondo, ammesso di trovare la determinazione, la pazienza, il coraggio.”